Indirizzo Lezione: https://www.youtube.com/watch?v=phNxfVbdVms
Da: Rabbinato Milano
Milano 4.7.2018 Parashà di Vayakèl
L’inizio della Parashà di Vayakhel con l’immediata prevalenza del riposo sabbatico (Rashí) sui lavori di costruzione del Mishkan, della mitzvà del non fare su quella del fare (Abravanel) e del sacro nel tempo rispetto a quello nello spazio (Heshel) a suggello della memoria dell’atto primordiale della creazione. Il Mishkan come concessione ad una debolezza umana dopo il peccato del vitello d’oro e per ribadire (R. Wolbe), attraverso la subalternità allo Shabbat, l’impossibilità di giustificare la trasgressione compiuta per il raggiungimento di un fine superiore. L’astensione dal lavoro (R. Friedlander) che riporta l’uomo ad un livello di conoscenza precedente al peccato originale e superiore a quella che ha nei giorni feriali. La necessità di lavorare (R. Haim di Volozhin) per garantire soprattutto la sopravvivenza intellettuale, nel continuo sforzo di discernimento alla ricerca del sacro mescolato al profano, metaforicamente rappresentato dalla costruzione del Mishkan. La necessità di Moshè di ricompattare un popolo diviso attraverso un elemento collante (Shem Mishemuel) e purificatorio ben rappresentato dallo Shabbat. Riassunto V. Mizrahi
Registrazione D. Piazza