Rav A. Arbib – Shemot 66 – Parashà di Mishpatìm – Non affliggere lo straniero/convertito

Indirizzo Lezione: https://www.youtube.com/watch?v=hEDDcRvxX8A
Da: Rabbinato Milano

Milano 8.11.2017 Parashà di Mishpatìm
Il divieto di affliggere, secondo diverse forme, i deboli per antonomasia: lo straniero, la vedova e l’orfano. La ripetizione del divieto riferita (Rashì) alla sfera egoistica, oltre che a quella morale e contro ogni illusione (Rambàn) di assenza di difesa. Eccezioni grammaticali (Ibn Ezra) e segni del canto (Rashì) per identificare concettualmente gli oppressori e la conseguente punizione. La condizione aggiuntiva relativa al grido e alla sofferenza (Mechiltà) che impregna di consapevolezza il mero giudizio. L’ira di Dio nella punizione, paragonabile a quella relativa all’idolatria e l’atteggiamento da tenere con vedove e orfani (Rambàm) esemplificato con la causa della morte di Rabbì Yishmael (Midràsh). Riassunto V. Mizrahi
Registrazione D. Piazza
(Dopo il minuto 37 mancano alcuni minuti a causa di un problema tecnico)

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FONTERav A. Arbib - Shemot 66 Non affliggere lo straniero/convertito

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