Alcuni dicono che dai religiosi la donna quasi non esiste. Che viene messa da parte, che non conta.
O forse conta giusto in cucina.
Alcuni pensano che la Torah abbia lasciato il palcoscenico tutto all’uomo.
E le donne?
Poi forse c’è qualche donna che si chiede come mai non deve portare la kippah, o mettere i Tefillin, la mitzvah, il simbolo che ricorda la presenza di D-o.
Ed è a loro che dico di guardare meglio.
Questa è la fatidica Parasha del vitello d’oro. E ancora una volta le donne ci lasciano senza parole.
Quelle donne che avevano tenuto duro in Egitto, coi loro famosi specchi, per affascinare e sedurre il loro uomo, tirando su il loro morale afflitto, e continuando a costruire le loro famiglie ebraiche, portando al mondo dei bambini che i loro mariti temevano sarebbero finiti nel Nilo. No, loro erano fatte di altra stoffa. Roba di lusso. Loro sapevano che D-o era con loro, che sarebbero stati salvati, si fidavano ciecamente.
Quelli specchi la le donne se li portarono dietro, era un po’ come il segno della loro vittoria, un oggetto strappalacrime che ricordava la loro tenacia, il loro valore. Le eroine con gli specchi.
Quando venne il momento delle donazioni per il Mishkan, il tabernacolo, loro furono le prime ad arrivare con le mani colme. Si presentarono da Moshe con qualcosa che per loro era molto prezioso. I loro specchi. Gli uomini guardarono un po’ perplessi. E Hashem dall’alto spalancò i portoni. Questi specchi, fateli entrare, hanno per me un valore inestimabile. Si useranno per il Kior, il lavabo, il quale verrà usato dai Kohanim prima di fare i servizi nel Mishkan.
Quelli specchi, la storia delle nostre donne.
Che sempre persistenti, credenti, forti, erano quelle che si opposero al vitello d’oro. Loro non parteciparono, e ancora una volta si attaccarono a quella fede, quella fiamma che non smetteva di ardere dentro di loro.
Il Rebbe ci svela che la reincarnazione della generazione del vitello d’oro siamo noi.
Oggi, nel 2021.
Dove l’oro è sempre lo stesso, e il vitello è il nostro lavoro, i soldi.
I soldi che entrano in banca, e che non sono mai abbastanza.
Il Rebbe dice alle donne, voi oggi fatevi sentire, parlate e guidate i mariti. L’oro, l’argento sono essenziali, ma che non diventino il vitello d’oro. Che vengano usati per costruire una meravigliosa casa stile Mishkan, dove la presenza di Hashem si senta a suo agio.
Nel deserto gli uomini non ascoltarono la donna che si rifiutava di fare il vitello d’oro, ma oggi? Oggi ci prepariamo per la redenzione.
Per accogliere Moshiach nelle nostre case, nei nostri Mishkan.
La donna, quella che sta in cucina, è la protagonista dell’uscita dall’ Esilio.
Shabbat Shalom,
Mushki Piha Krawiec