La conoscenza è potere

Parashat Balak.

La conoscenza è potere si dice.

Quando sappiamo tante cose, improvvisamente ci sentiamo molto potenti. Molto forti.

Il che è pericoloso, perché pensiamo che ci appartenga. Che sia nostra. Che siamo noi.

E invece è D-o.

Con la nostra testa possiamo arrivare molto lontani, ed eventualmente sbatterla anche un po’ al muro.

Perché? Perché l’uomo è limitato.

La base di tutta la conoscenza del mondo è che c’è Hashem. E grazie a Lui noi possiamo capire, possiamo creare, possiamo diventare qualcuno.

A volte il mondo lo dimentica.

Un po’ quello che è successo col Corona? Abbiamo preso una grossa sberla?

L’economia, la salute..

Tutte quelle perdite.

PTSD è la parola che sta per Post Traumatic Desorder.

Un trauma non avviene subito dopo l’accaduto. Ma si fa spazio nella psiche della persona piano piano, a distanza dall’accaduto.

Siamo una generazione a rischio di PTSD.

Ma non necessariamente una forma invasiva, che immobilizza. Più una forma spirituale.

Il che può risultare in qualcosa come una ricerca personale. Una ricerca verso il nostro significato profondo. Verso il significato profondo del mondo.

Saper connettersi con D-o, ci permette di connetterci con la nostra Neshama. Precisamente, dove si trova il nostro significato profondo, unico e personale della vita.

Da quel punto là, sgorgano emozioni come gioia, e profonda felicità.

Questo avviene riuscendo a mettere l’ego da parte; l’umiltà dell’ animo è la porta principale per dare il benvenuto a D-o dentro di noi.

Non un’umilta di quelle tra amici, ma un umiltà tra D-o e la persona.

Prendiamo Bilam. Sulla strada per andare a maledire il popolo ebraico il suo asino si ferma. Bilam non capisce cosa c’è che non va e colpisce l’asino per andare avanti, ma l’asino è ostinato e non si muove.

Viene spiegato che D-o aveva inviato un angelo per fermare l’asino, ma Bilam non poteva vederlo. Ed è per questo che continuava ad insistere.

Ci sono così tante belle spiegazioni su questo intero episodio.

Una spiegazione chassidica è che D.o continuava ad inviare segnali opposti a Bilam. All’inizio D.o gli dice di non andare, poi cambia e gli dice di sì, ancora una volta manda l’angelo a fermarlo, e infine l’angelo dice a Bilam che può partire. Riceve il permesso di partire perché in realtà la missione di Bilam sarebbe stata quella di dire le parole che Hashem gli avrebbe messo in bocca: pure benedizioni per gli ebrei.

Perché tutto questo avanti e indietro? Cosa vuole veramente D-o da Bilam?

Dio vuole che Bilam benedica gli ebrei.

Ma prima, D-o vuole confonderlo.

Bilam era troppo vanitoso ed egocentrico. E tali grandi benedizioni dovevano essere consegnate attraverso un canale trasparente e pulito. D-o aveva bisogno di schiacciare l’ego di Bilam. Aveva bisogno di confonderlo, di fargli perdere le tracce di se stesso, in modo che si rendesse conto che colui che decide e controlla è Hashem, e non Bilam.

Ci sono stati molti avvenimenti negli ultimi anni che hanno fanno in modo di confonderci. Incertezze, sofferenze… il nostro ego si è ritrovato con le spalle al muro.

Ed è qua, proprio qua che possiamo scegliere o il PTSD oppure, di fare spazio per un D-o che è molto più grande della nostra conoscenza.

Incomparabile.

Per mostraci umili di fronte a D-o, e non pretendere di voler capire, di voler controllare.

E la cosa più bella, è che quando riusciamo davvero ad entrare in questo mindset, riusciamo ad accogliere delle berachot pure, proprio come quelle che Hashem mise in bocca a Bilam.

Perché vedi, noi siamo solo un canale, e quando il canale è pulito, le benedizioni sgorgano con facilità.

Shabbat Shalom,

Vostra,

Mushki Piha Krawiec

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