Quando i Chassidim arrivarono dalla Russia all’America, dall’oppressione del comunismo per la religione e i suoi precetti, alla libertà di espressione americana, il Rebbe Precedente inizió a preoccuparsi e dichiaró: “America iz nisht andersh – America non è diversa”.
L’ America era molto, ma molto diversa, dalla Russia Comunista. E allora, cosa intendeva il Rebbe?
In questa Parasha ci vengono elencate, analizzate e infine categorizzate 3 tipologie di Mitzvot (precetti).
Ci sono i mishpatim; le leggi quelle comprensibili e logiche come non rubare. Una persona morale e razionale di per sé decide già che rubare è una cosa che non si fa. Quindi queste leggi sono alquanto facili.
Poi le Edut – testimonianze. Queste leggi sono qua per testimoniare un evento accaduto, come Pesach, che ci ricorda e funge da testimonianza per l’uscita dall’Egitto.
Infine ci sono i chukim. Le cosiddette “leggi” che vengono a dirci, questa legge non si discute, anche se non la capisci e non la capirai mai. La fai, perché te la comanda D-o. Punto. Come lo shatnez, non indossare un abito che mischia il lino con la lana. E chi lo capisce il perché?
Ma come viene chiamata la Parasha? Mishpatim. Prende il nome proprio di quelle leggi più semplici, le più facili. E non di quelle che sembrerebbero marcare l’essenza della fede, i chukim, che fai anche se non capisci. Perché così ci e stato comandato.
“Mettete i mishpatim dinnanzi a voi” dice Hashem. I mishpatim, sono la categoria prescelta. Sembra quasi che Hashem la preferisce. Ma perché?
Perché è proprio quando capiamo, che le barriere sono più modellabili. Questo dettaglio fa assolutamente senso, ummm quest’altro invece no. Bhe, forse in quest’ultimo dettaglio possiamo chiuderci un occhio. Decido IO.
Come se l’osservanza di queste legge logiche fossero relative. Relative ad un nostro giudizio, ad una nostra morale.Un arma a doppio taglio, la logica.
I chukim, quelli che non hanno senso, portano una targhetta che marca il no assoluto. Non relativo a niente. Perché non ci sono spiegazioni comunque.
Come quando provi ad educare un figlio. C’è il no assoluto. E lá si obbedisce. Per forza.
Poi c’è il no con le spiegazioni, e lá iniziano i processi di negoziazione. E lá inizi a cedere un po’ di più.D-o viene a dirci. Ricordati, che anche quando capisci e quando tutto fa perfettamente senso, quella mitzvah la stai facendo perché te l’ho comandata io e non perché te lo comanda la tua logica.
Quando metti questo principio come un valore assoluto e non relativo, tutte le tue scuse si azzerano.
Le Mitzvot bisogna farle proprio come le facevano quegli ebrei in Russia, nascosti sotto alla neve gelata, con un bicchiere di whisky per fare lechayim che il KGB non gli aveva ancora incarcerati. E non come in America, dove le facciamo perché noi abbiamo la libertà di espressione. Perché è mio diritto. No, non è il mio diritto, è il mio dovere. Non è per logica, è per fede.E quando la logica inciampa la fede è comunque là, intatta, pronta ad entrare in campo.
Shabbat Shalom,
Vostra,
Mushki Piha Krawiec